Villa di Maser

Fra le opere più note di Andrea Palladio (1508-1580), la Villa di Maser è anche una delle più significative residenze di campagna del Rinascimento italiano, massima espressione della collaborazione tra architetto e committenti. Costruita intorno al 1554-55 su una casa dominicale preesistente, la villa era destinata alla gestione delle proprietà di due esponenti di spicco della nobiltà veneziana, i fratelli Daniele e Marcantonio Barbaro. Pianta e prospetto della Villa di Maser, illustrazione tratta da “I Quattro Libri dell’Architettura” scritta da Palladio, originariamente pubblicata nel 1570. Cenni storici La funzione agricola è rimarcata dalle barchesse, dalla peschiera e dalle colombaie, e un tempo anche dal frutteto “grandissimo, e pieno di frutti eccellentissimi e di diverse selvaticine” di cui parla Palladio nei Quattro libri dell’architettura (1570, II, p. 51). La residenza aveva inoltre una connotazione umanistica, legata agli interessi antiquari dei Barbaro, intendenti di arte e di architettura, e in particolare di Daniele, autore della prima edizione in volgare del De architectura di Vitruvio (I sec. a. C.), illustrata con disegni di Palladio (1556). Lo stesso Palladio ripropose i principi della vita in campagna, produttiva e allo stesso tempo ristoratrice dello spirito, nei quattro libri, dove scrisse che il “gentiluomo” coltiverà i possedimenti “con industria e arte dell’agricoltura”, ma potrà anche “quietamente [...] attendere agli studi delle lettere et alla contemplatione” come usavano fare “gli antichi savi” (II, p. 45). Il Progetto viene realizzato grazie ai fondi dell’Unione Europea, Next Generation EU.

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